L’importanza della prevenzione urologica: quando fare la prima visita?

Un sondaggio sviluppato dall’Associazione Europea di Urologia ha fatto emergere che circa un terzo degli uomini ritiene di non aver bisogno di recarsi dal medico, né di dover effettuare controlli e visite periodiche, e valuta questa possibilità solo in caso di dolore. La percentuale degli uomini che invece si sottopone a visite di prevenzione si attesta tra il 10 e il 20%.
Il ruolo della prevenzione
La seconda patologia di tipo oncologico più frequente nell’uomo risulta essere il tumore della prostata, la ghiandola che circonda l’uretra (il canale che porta l’urina dalla vescica verso l’esterno).
Il tumore della prostata rimane asintomatico finché confinato all’interno della ghiandola stessa e anche per questa ragione la prevenzione svolge un ruolo fondamentale per riuscire a individuare il tumore ed eventualmente trattarlo. 
Inoltre con l’avanzare dell’età tutti gli uomini sviluppano diversi problemi prostatici, come per esempio le difficoltà urinarie. Anche in questo caso le visite di prevenzione permettono di migliorare la qualità della vita. 
La prima visita urologica
Il tumore prostatico si sviluppa nella maggior parte dei casi dopo i cinquant’anni, per cui da quest’età è importante iniziare a programmare la prima visita urologica. 
Il tumore della prostata ha un’incidenza clinicamente significativa dai 50 anni di età, per cui da quest’età è importante iniziare a programmare la prima visita urologica. Le ultime linee guida indicano però di svolgere una visita anche prima dei quarant’anni e di non fare visite fino ai cinquant’anni solamente se dall’anamnesi familiare non risultano casi di tumore prostatico e se dagli esami risulta un valore ematico del PSA (antigene prostatico specifico, che è indice di salute prostatica) inferiore a 1ng/ml. 
Il controllo preventivo quindi si svolge attraverso un prelievo di sangue con il quale si misurano i livelli di PSA e con una visita urologica. In questa sede l’urologo si occupa di raccogliere l’anamnesi familiare, patologica remota e prossima del paziente, e valutare i risultati dell’esame ematico in base ai dati raccolti. Solo nel caso in cui emergano delle alterazioni o delle anomalie sarà opportuno proseguire l’indagine della salute prostatica con successivi accertamenti diagnostici. 
La prevenzione deve avere cadenza annuale sino ai 75 anni, successivamente si consiglia di eseguire la visita solo in caso di sintomatologia disurica.
Quali sono le patologie della prostata?
Le patologie principali che interessano la prostata sono il tumore prostatico, l’ipertrofia prostatica e la prostatite. Il tumore e l’ipertrofia prostatica colpiscono gli uomini soprattutto dopo i cinquant’anni; la prostatite, cioè l’infiammazione della prostata, può invece colpire pazienti di età variabile dai 18 agli 80 anni.
I sintomi delle patologie della prostata
La prostata con l’invecchiamento presenta una tendenza ad aumentare nel volume, andando così a ostruire parzialmente l’uscita dell’urina. Questo fenomeno si trova alla base di diversi sintomi: 
* Difficoltà a urinare
* Bisogno di urinare frequente durante la giornata 
* Getto lento o ipovalido 
* Lunga attesa prima della minzione
* Bisogno di urinare spesso durante la notte 
* Esitazione minzionale e minzione in più tempi
Questa sintomatologia è comune anche alla prostatite: in questo caso però solitamente i sintomi sono accompagnati anche da un dolore sovrapico-perineale, dall’urgenza nella minzione e a problematiche che riguardano l’erezione e/o l’eiaculazione.

(Fonte IC Humanitas)

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